Gli europei erano pronti a cedere ai “dazi” di Trump: fallito, dobbiamo preparare la risposta

Il trattamento speciale e le promesse di spesa non cambieranno nulla. Sabato 12 luglio, Donald Trump ha annunciato, tramite una lettera alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che avrebbe imposto dazi del 30% sui prodotti europei a partire dal 1° agosto, un'aliquota paragonabile a quella di altre regioni del mondo. A Bruxelles, dove da mesi si lavora a un accordo negoziato, la lettera è stata accolta come una mazzata. Mentre i leader dell'Unione Europea hanno smesso di sognare ad alta voce l'istituzione di un'area di libero scambio transatlantica, hanno continuato a credere fino all'ultimo minuto nella possibilità di un compromesso, di fronte all'aumento degli scambi "produttivi" tra i team di Trump e il braccio destro di Ursula von der Leyen, il Commissario per il Commercio Maroš Šefčovič.

L'accordo proposto sembrava quasi ragionevole: un'imposta generale del 10%, con esenzioni per settori chiave come siderurgia, automobili e aeronautica. Emmanuel Macron storse il naso di fronte a questo "male minore", ma il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro italiano Giorgia Meloni insistettero per un accordo "rapido" . Persino quando Trump iniziò a inviare la sua serie di lettere minacciose ad altri partner...

Articolo riservato agli abbonati.

Login

Offerta estiva: 1€/mese per 6 mesi

Scopri tutte le nostre offerte